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Cos’è il neuromarketing: tecniche di persuasione

Neuromarketing esempi

In molti, leggendo il titolo “Cos’è il neuromarketing: tecniche di persuasione” si staranno chiedendo di quale stregoneria si tratta. Nessuna, in realtà, perché il neuromarketing è una disciplina profondamente complessa che spiegheremo in maniera semplice e comprensibile. Cominciamo da un’analisi del comportamento di acquisto. 

Quante volte abbiamo comprato un prodotto solo perché incuriositi dal packaging? Alcune volte inconsciamente, altre volte consapevolmente abbiamo portato in cassa, tra mille dubbi, qualcosa di cui in realtà potevamo fare a meno. Ecco, questo è il potere del neuromarketing: la persuasione.

Leggi il nostro articolo per scoprirne di più. 

  1. Il neuromarketing
  2. Il consumatore: chi è e come si comporta
  3. La persuasione nel marketing rende tutti vittime?
  4. Come vengono utilizzati i colori nel neuromarketing? 
  5. Due brand che hanno persuaso con il colore

1.Il neuromarketing

Il neuromarketing è una disciplina studiata dai primi anni 2000 che sposa le teorie neuroscientifiche e le pratiche del marketing. E’ una materia sorta recentemente con  lo scopo di osservare, analizzare e definire i processi che avvengono nell’inconscio del consumatore. Inoltre, il neuromarketing basa il suo successo sullo studio delle decisioni d’acquisto, partendo dalle preferenze dei consumatori, attraversando l’innovazione preferita in quel momento storico, giungendo poi all’importanza del processo visivo (ad esempio: “Quanto è bello questa scatola, la compro!”). La scatola è una scatola, resa bella da un colore o da una frase che ha attirato l’attenzione del consumatore. 

2. Il consumatore: chi è e come si comporta

Chi è il consumatore? Per definizione «il consumatore (o utente) è definito come la persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta» (art. 3, comma 1, lett. a), del Codice del Consumo). 

Il consumatore è al centro delle scelte commerciali, è l’uomo vitruviano del marketing. 

Una campagna pubblicitaria conquista il successo? Bene, tanto merito al marketers che ha avuto l’idea geniale, ma tutto si deve ad un’attenta analisi del comportamento dei consumatori. Quando si pianifica una strategia è importante, anzi necessario, pensare a come il consumatore possa essere coinvolto e conquistato ipotizzando il suo comportamento. 

Il consumatore partecipa attivamente ai processi produttivi dell’azienda, per questo motivo il brand deve instaurare un legame eticamente leale con esso. Il consumatore infine acquista sia per necessità che per persuasione, ma se è insoddisfatto e deluso, non acquisterà più per mera decisione. 

3. La persuasione del marketing rende tutti vittime? 

Sicuramente viene da chiedersi se la persuasione del marketing rende tutti vittime, ma la risposta, senza preamboli, è no. Come scritto nel paragrafo precedente, è facile rimanere ammaliati da una pubblicità, ma se il processo d’acquisto oppure il prodotto o servizio acquistato, non rispettano le aspettative del cliente, è facile che questo non acquisti di nuovo. 

Ipotizziamo, ad esempio, una situazione scomoda per la Coca-Cola, che grazie al colore rosso del brand kit, ha coinvolto un numero spropositato di consumatori. Se duecentomila lattine risultassero sgasate o amare, quella fetta di consumatori resterebbe delusa e, probabilmente, non comprerebbe più Coca-Cola. 

4. Come vengono utilizzati i colori nel neuromarketing? 

Per capire come vengono utilizzati i colori nel neuromarketing, bisogna prima capire come il corpo reagisce agli stimoli. Ognuno di noi reagisce a degli stimoli che possono essere di due tipologie: razionali e irrazionali. Nel marketing, la maggior parte degli stimoli a cui risponde il consumatore sono irrazionali, cioè il messaggio del brand non viene analizzato coscientemente.

Questi stimoli vengono definiti dalla scienza “super-stimoli” dal momento in cui sono capaci di insediarsi tra le emozioni, portando il cliente all’acquisto soprattutto grazie al potere dei colori. Dall’etichetta al brand stesso, il colore disegna le pratiche principali del marketing, è in grado di coinvolgere inconsciamente e persuadere il cliente. Ma quali colori vengono utilizzati nel marketing?

  • Il giallo: viene associato all’ottimismo e dunque spesso utilizzato  per attirare l’attenzione.
  • Il rosso/arancione: trasmette energia ed urgenza, è spesso associato alle vendite promozionali.
  • Il blu: trasmette un senso di sicurezza e fiducia, viene molto spesso utilizzato da banche ed aziende che vogliono dare una visione rassicurante di sé. Utilizzato moltissimo nella politica, perché trasmette senso di autorevolezza.
  • Il verde: associato alla natura e, quindi, alla salute, viene spesso adoperato per trasmettere rilassamento e suggerisce attenzione verso temi ecologici.

5. Due brand che hanno persuaso con il colore

Di seguito due brand che hanno persuaso con il colore:

  • Starbucks è il colosso delle catene di caffetterie in tutto il mondo. Il suo colore primario è il verde che nel linguaggio dei colori simboleggia il relax, proprio per invitare i suoi clienti a prendersi una pausa dalla quotidianità e dallo stress e godersi un momento tranquillo. Il loro simbolo è una sirena con due code, per provare a suscitare nei consumatori un’associazione del marchio alla natura e all’ecosostenibilità.
  • Ferrari Il colore rosso non rappresenta solo una scelta estetica, ma uno stimolo emotivo caratterizzato da questo colore che rappresenta proprio la passione e l’energia. È un colore che sa attirare attenzione su di sé e per questo Ferrari ha costruito la sua intera identità intorno a questo colore. Altri colori utilizzati sono il nero, usato per i dettagli, che rappresenta eleganza e autorità rendendo queste auto desiderate da tutti e non solo da appassionati sportivi. 

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